Studio Tecnico Geom. Andreasi | Restauro facciate villa storica | Studio tecnico Geom. Andreasi
Datata al primo '600 da Camillo Semenzato (in Le Ville del Polesine, Vicenza, 1975), Villa Trombini di Canda appare con più probabilità risalire al primo ventennio del '700.
progettazione edile, restauro, rinnovo, exterior
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Restauro facciate villa storica

Restauro facciate villa storica Restauro facciate villa storica Restauro facciate villa storica
Date
Category
Restauri
Tags
Costruzioni, Progettazione, Progetto privato, Restauro
About This Project

Datata al primo ‘600 da Camillo Semenzato (in Le Ville del Polesine, Vicenza, 1975), Villa Trombini di Canda appare con più probabilità risalire al primo ventennio del ‘700. Tale ipotesi è sostenuta dal Rigobello (in palladio ed il palladianesimo in Polesine, Rovigo, 1984) e dallo storico Romeo Bonfante (in Canda, la storia). Nel primo come nel secondo caso la villa resta di autore ignoto.

Sita nel cuore del comune alto Palesano, l’edificio si presenta come un blocco squadrato suddiviso in tre piani. Benché rimaneggiato, l’edificio è curioso per l’ampia enfasi data all’abbaino terminale, che contrassegna il motivo dominante dei palazzotti di campagna (casa Padovani a Valdentro di Villanova del Ghebbo, Cà Dolfin a Lendinara, villa Rosetta-Chiereghin a Polesella, Cà Corner a Paolino di Fratta, ecc.).

Il rigore razionalistico della facciata, su cui le finestre si dispongono simmetricamente, è stemperato dalla corposità delle due canne fumarie e dalle cornici che inquadrano le logge del piano nobile e del secondo piano. Costruite con lo scopo di garantire un’ampia luminosità dei saloni interni, del piano nobile e del piano rialzato, le due ampie finestre, caratterizzate come il portale di accesso da un arco a tutto sesto e arricchite da una balaustra, sono inserite in raffinate cornici di marmo bianco, leggermente aggettanti rispetto al corpo di fabbrica e definite nella parte terminale da un timpano triangolare dentellato, sormontato a sua volta da piccoli vasi decorativi. Questi, come i camini sottolineano lo slancio verso l’alto dell’edificio esaltandone la maestosità rispetto alle altre architetture del contesto urbano. Per alcuni versi ricordano i vasi settecenteschi del prospetto sud di villa Nani Mocenigo, utilizzati ad ulteriore garanzia della “venustas” della nobile dimora dei conti Mocenigo.

Gli edifici della servitù, come voleva palladio nel suo trattato, sono adiacenti al corpo di fabbrica e disposti simmetricamente rispetto allo stesso.

Altro riferimento Palladiano, la disposizione del giardino antistante l’edificio, inteso come luogo di mediazione tra la villa ed il contesto nel quale è inserito e prolungamento dell’incanto della villa.